giovedì 22 marzo 2007

Ragni giganti e modelle  

La modella con il ragno sulla faccia a coprirle un occhio, sbattuta in faccia a tutti i passanti e automobilisti che abbiano la ventura di alzare lo sguardo sui megacartelloni che Sisley ha fatto sistemare in vari angoli delle nostre città, non fa solo venire i brividi a chi (come me) prova ribrezzo per i ragni.
Questo effetto forse (forse ?) era voluto.
E’ un esempio di quel marketing di massa nato dalla convinzione che basti attirare, in maniera più forte possibile, l’attenzione del maggior numero di persone per vendere di più. Come si faceva negli anni ’80 con i cartelloni di Oliviero Toscani dall’effetto scandalistico voluto a ogni costo. La gente si stracciava le vesti e il nome Benetton circolava. E i negozi stravendevano. Benetton era il marchio giovane per eccellenza. Non ho idea se la foto della modella con il ragno esca dalla macchina del famoso fotografo, l’impatto su chi guarda però è lo stesso. Non credo l’effetto finale, cioè quello sulle vendite o comunque sulla notorietà del marchio. Sisley, griffe del gruppo Benetton, adottando un metodo di comunicazione vecchio almeno di vent’anni, non tiene conto della decadenza del marketing diretto a un pubblico indifferenziato, già da un po’ rimpiazzato dalla comunicazione per target. Quella fatta su misura, segmentata in relazione alle caratteristiche del piccolo gruppo di destinatari, che si spera non tanto di colpire con un pugno in un occhio, ma di interessare. Perché si lancia un messaggio che risponde a un bisogno preciso, per il quale è offerta la soluzione.

(Comunque Benetton negli anni ’80 stravendeva perché, forse per la prima volta, qualcuno offriva una moda giovane a prezzi abbastanza contenuti, e soprattutto perché, grazie all’organizzazione della sua produzione, riusciva ad avere sempre i colori dell’ultimissima tendenza. Non perché si faceva fare le foto per i cartelloni da Oliviero Toscani).

venerdì 16 marzo 2007

Se mi fai provare il campione, ti compro il prodotto


Location: una farmacia (comunale). Entro per chiedere una crema per contorno occhi e il farmacista (dipendente), mi spiega le differenze tecnico-qualitative tra un prodotto della Roc e uno della Rilastil. Scelgo il secondo e il farmacista mi dà anche svariati campioni di prodotti della stessa casa: mi spiega che l’azienda che produce e distribuisce i prodotti Rilastil offre campionature generose, permettendo alla clientela di avere “assaggi” di numerosi prodotti del proprio marchio. Aggiunge che la Roc al contrario è molto parca nel fornire campioncini (“ha i braccini corti” è l’espressione che usa). Favorevolmente impressionata dalle politiche di marketing della Rilastil, rifletto sul collegamento tra la possibilità di provare un prodotto e la successiva spinta all’acquisto, qualora il prodotto provato sia giudicato valido. Rifletto anche sui costi del fornire campionature in gran quantità e sulle necessità di valutare il ritorno economico di questo investimento. Il ritorno di immagine è assicurato, comunque, anche con la collaborazione del farmacista.

giovedì 1 marzo 2007

3: l’informazione chiara e corretta sul decreto Bersani 



Diversamente sia da Wind e Tim, che sui loro siti internet scelgono di ignorare completamente l’ormai prossima entrata in vigore del decreto Bersani, che dal 5 marzo elimina i costi di ricarica, sia da Vodafone che cerca di far passar la novità come un proprio merito (vedere gli altri due post in data di oggi) il più recente operatore 3 adotta un atteggiamento di maggiore chiarezza e correttezza.
Sulla home page (www.tre.it) sotto il titolo "Scopri le novità sul mondo delle Ricariche!" si afferma :
A partire dal 2 marzo 2007, 3 adegua tutte le sue ricariche in conformità con il Decreto Legge 7/07 (Bersani). Segue una breve spiegazione di quello che significa.
Niente di più, niente di meno di quello che è la verità. Scarna, asciutta (amara) senza fronzoli, come si conviene a una notizia sgradevole ma onesta e completa.
3, come gli altri operatori, per ovvi motivi avrebbe fatto a meno del decreto Bersani. Tuttavia riporta l’informazione per coloro che visitano il sito. Il termine “adegua” è quanto di più appropriato si potesse scegliere: non si fa passare per iniziativa propria quello che invece è un obbligo di legge – diversamente dalla Vodafone che con il suo “Vodafone elimina i costi di ricarica” sembrerebbe attribuirsene il merito. Si recepisce semplicemente una normativa che entra in vigore. Esattamente come avviene.
A parte che 3 informa che ha deciso di regalare ai suoi clienti un anticipo di tre giorni - eliminando i costi di ricarica già dal 2 marzo - come fa anche Vodafone, che però anticipa di un giorno soltanto, e anche qui bisogna ripetere che si sarebbe fatta più bella figura a regalare un'intera settimana (unità di tempo minima per non sembrare taccagni) comunque la notizia c’è ed è corretta. Considerata quella che (dal punto di vista dell’operatore) non si poteva pretendere di più.

Wind e Tim: il silenzio degli innocenti 



Dopo aver visto il sito della Vodafone (sono anch’io tra i loro clienti quindi ho ricevuto l’sms – vedi post precedente), ovviamente mi viene la curiosità di andare a vedere come trattano la questione (abolizione dei costi di ricarica) i due concorrenti di vecchia data, Tim e Wind. Sorpresa, nei loro siti internet (www.tim.it e www.wind.it) non si trova niente sull’argomento. Sfoglio un po’ di pagine, accedo ad alcune sezioni internet, niente, non una parola sul decreto Bersani e sulla sua applicazione. Meglio ignorare. No, forse meglio non far sapere (all’utente eventualmente disinformato o sprovveduto che dovesse capitare nel sito) che dal 5 marzo i costi di ricarica su tutte le schede Tim e Wind non ci saranno più. Per paura che qualcuno aspetti ancora qualche giorno ad acquistare una nuova ricarica, evitando di pagare pegno ? Sarò maligna, ma il silenzio sulla più grande rivoluzione nel campo della telefonia mobile dalla sua invenzione è molto, molto sospetto. E la decisione dell’operatore di ignorare la cosa (che sarà antipatica fin che si vuole ma che è comunque da mandar giù) la dice lunga sull’immaturità delle aziende in questione nel relazionarsi con la propria clientela. Quasi come se il modo migliore per affrontare la questione fosse quello di - metaforicamente – mettere il broncio e mantenere il silenzio. Anziché spendere poche parole per dare comunque l’informazione, che definire di elevato interesse per i propri stakeholder non rende lontanamente l’idea.

Vodafone cavalca la tigre Bersani e si fa bella a poco prezzo  


Vodafone ha inviato ieri, 28 febbraio, un sms a tutti i suoi utenti, spiegando che dal 4 marzo i costi di ricarica ( i 5 euro che l’utente pagava ogni volta che acquistava una scheda ricaricabile) sono eliminati.
Di fatto Vodafone anticipa di un giorno l’entrata in vigore del decreto Bersani, prevista per il 5 marzo.
Nel sito internet di Vodafone (www.vodafone.it) si dà ampio risalto all’operazione.
Ora, a parte il fatto che anticipare di un giorno non fa grande differenza (tanto valeva fare bella figura e anticipare di una settimana), in realtà Vodafone parla dell’inziativa come se fosse farina del suo sacco, una libera scelta per iniziare con i propri clienti una relazione improntata a criteri di maggiore correttezza. Il titolo della sezione sul sito internet recita infatti “Vodafone elimina i costi di ricarica”.
Vodafone non elimina un bel niente: è il ministro Bersani che impone a tutti gli operatori di telefonia mobile di allinearsi agli standard europei che non prevedono tali costi. Non ci vuole un genio per supporre che senza il decreto gli operatori non avrebbero eliminato questi costi né ora né mai. E gli utenti, dopo aver sostenuto per anni delle spese che i cittadini dei paesi confinanti non avevano, si sentono anche prendere in giro da facce di bronzo che, costrette a fare di necessità virtù, cercano anche di far credere di avere dei meriti.
Meglio sarebbe stato attuare iniziative del tipo offrire ai proprio utenti di vecchia data (quelli che di costi di ricarica ne hanno sopportati un bel po’) una parte di traffico gratuito, oppure una promozione scontata. Come dire: io operatore elimino il costo di ricarica perché sono obbigato, ma visto che te l’ho sempre fatto pagare non tanto giustamente, ti dimostro che ho buona volontà e ti vengo incontro compensandoti in questa maniera.