domenica 10 dicembre 2006

Anoressia e abolizione della taglia 38: ridefinire la realtà per cambiarla  

La morte per anoressia di una nota modella brasiliana ha portato sulle prime pagine dei giornali il problema della grave malattia che, stando alle denunce dell’Aba, l’associazione disturbi alimentari, colpisce ogni anno ragazzine e bambine sempre più giovani (si parla di esordi a 8-9 anni).
Lungi dal fare notizia quando si tratta di anonime adolescenti, l’anoressia torna prepotentemente tra i topic del momento se coinvolge Ana Carolina Reston, involontaria e sfortunata testimonial di un problema che non comincia e non finisce con lei.
La proposta del ministro dello sport e delle politiche sociali Giovanna Melandri di abolire la taglia 38 per le modelle che partecipano alle sfilate, se da un lato non è originale (è stata lanciata in Spagna la scorsa estate per una sfilata a Madrid), ha un pregio, e non da poco.
Purtroppo non quello di sconfiggere l’anoressia, sulle cui cause specialisti di vario titolo discutono e studiano da tempo senza riuscire a raggiungere punti fermi.
Ma quello di liberare finalmente le donne da modelli estetici non solo molto difficili da imitare ma estremamente negativi, perché fanno coincidere la bellezza non con la buona salute e una corretta ed equilibrata alimentazione, bensì con stili di vita malsani.
A chi obbietta che non basta cancellare una taglia per eliminare il problema del dimagrimento eccessivo si può rispondere che l’iniziativa è destinata con il tempo a operare una ridefinizione dei canoni di bellezza, perché l’immagine appena più in carne delle modelle taglia 40 comincerà gradualmente a entrare nell’inconscio femminile e da lì a indurre le donne a compiere scelte diverse.
A scanso di equivoci, e per la tranquillità di tutte quelle che la 38 la portano già senza essere anoressiche, va detto che la proposta di limita alle modelle che, di solito alte non meno di 175 centimetri, non riescono a entrare in questa taglia a meno di non essere estremamente magre. Non riguarda invece gli abiti venduti nei negozi, dove le signore di piccola statura continueranno a trovare i vestiti adatti alla loro corporatura.

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